Di Fabio Riccio,
E così, come accade per tutte le umane faccende, come anche per i saporitissimi Scauratielli, vero fil rouge gustativo & olfattivo (alla cilentana!) del festival, oltretutto come da tradizione foggiati profeticamente (anche) con le lettere alfa e omega dell’alfabeto greco, a significare inizio e fine, e guarda caso… rapidamente terminati, si è chiusa la prima edizione del Festival del Moscato e dello spumante del parco del Cilento, tenutasi il 3 e il 4 agosto 2016 nella bella cornice del piccolo borgo di Castinatelli di Futani (Sa).
Il bilancio, al netto di qualche ingenuità nel mandare a pieno regime tutta la macchina organizzativa, è senza dubbio molto più che positivo.
La manifestazione ha funzionato, il pubblico, proveniente anche dal circondario ha gradito.
Obiettivo centrato.
Quindi, non solo sorprendenti bollicine e vini per far conoscere a chi ama il dio Bacco il poco conosciuto volto enologico di questo spicchio di Cilento, cosa di cui parleremo in dettaglio in alcuni dei prossimi articoli, ma anche tanti originali e golosi prodotti del territorio, rigorosamente artigianali, con il bonus dell’intelligente utilizzo di buona parte del centro di Castinatelli di Futani come palcoscenico del tutto, anche per una interessante estemporanea di belle fotografie.
In questa ottica ho fatto interessanti scoperte avvicinandomi di più alla gastronomia tradizionale cilentana.
In primis (almeno per i mie gusti) metto la pizza fritta cilentana, progenitrice della “montanara” tipica del napoletano.
Da quest’ultima si differenzia per la salsa di pomodoro che viene cotto con cipolla, e per l’uso del cacioricotta o di altri formaggi caprini per insaporirla al posto della mozzarella o del fior di latte.
Forse ai palati non troppo “rodati” sarà apparsa un gusto semplice e piacevole, ma alle mie papille gustative è invece sembrata gustativamente piuttosto complessa (vedi il peculiare sapore del sugo) quanto basta per creare… dipendenza.
Aggiungiamoci anche, che le due che ho assaggiato, erano anche fritte in maniera perfetta, cosa alquanto rara nelle fritture “estemporanee” da festa tra i vicoli…
Interessante pure le alici e le melanzane, entrambe ‘mbottonate, i già nominati Scauratielli, la pizza “chiena” e il pane con il soffritto, altra preparazione complessa gustativamente che meriterebbe qualche parola di più…
Tornando invece al nettare di Bacco e derivati, c’è da dire che per lo scrivente è stata davvero una festa scovare tra gli espositori ben più di una cantina che fa riferimento allo sfumato mondo del vino naturale, proprio quello che piace moltissimo a noi di gastrodelirio.
Una casualità?
Forse, molto gradevole per i miei sensi però!
Ora, e senza scendere nel sentiero minato di elenchi e classifiche, sarà per caso, sarà forse perché il Cilento solo da poco si è affacciato nei salotti buoni del vino Italiano, ma a conti fatti quasi la metà degli espositori di nettare di Bacco che facevano conoscere le loro bottiglie nei vicoli di Castinatelli di Futani, in un modo o in un altro erano parte di questo sfumato mondo del vino naturale.
Cantine nuove, giovani, scalpitanti, energie che vogliono provare a costruire il loro futuro creando valore aggiunto e reddito nel loro territorio, senza abbandonarlo battendo però strade nuove…
Si signori: mi spiace per il noto Sommellier “AccA” (acca perchè di vino non ne capisce un’acca, appunto) ma il naturale nel mondo del vino, anche se questo temine legalmente (per ora…) non significa nulla, è ormai una linea di tendenza consolidata, e anche se i numeri complessivi delle aziende che fanno riferimento a questo mondo hanno da poco superato la soglia del “prefisso telefonico”, la tendenza è netta, e lasciatemela dire tutta… al Festival del Moscato e dello spumante del parco del Cilento lo si è visto molto chiaramente. Stop.
Evviva!
Preferenze enogastrodeliranti a parte, dal punto di vista del cuore è stato un gran bello spettacolo vedere le linde stradine del paese, di solito immerse nei sommessi e rassicuranti rumori dei pochi residenti stabili, finalmente vocianti di gente, locali e non, che con un bicchiere di quel lubrificante sociale (in giusta quantità) che è il vino in una mano, e qualcosa da mangiare nell’altra, si conoscevano e disquisivano di varia umanità.
Il Festival del Moscato e dello spumante del parco del Cilento è una manifestazione che funziona, spaziando dal cibo al vino alla cultura… una manifestazione come questa deve solo crescere. Punto.
Partiamo da questa ipotesi.
In ogni caso, un bravo a tutti gli organizzatori, e in particolare e all’editore Franco Ciociano (e famiglia!) delle Edizioni dell’Ippogrifo, che da colto anfitrione quale è, ha fatto conoscere al sottoscritto e agli altri ospiti della manifestazione tante chicche gastrodeliranti del territorio.
Gentilezza, competenza e cortesia degne di altri tempi… un caso raro nell’Italia incarognita e superficiale di questo inizio del nuovo millennio.
Infine… e senza voler fare torto a nessuno, devo spezzare una lancia per uno degli espositori, venditore ambulante di ottimi fichi secchi & poeta – nei fatti, un vero e proprio Bardo del suo territorio.
E’ cosa rara un video qui su Gastrodelirio… quindi, vi prego di visionarlo e ascoltarlo con attenzione, tutto.
Emilio Rizzo.
Ne vale la pena – uno dei pochi e veri Bardi rimasti in Italia…
Festival del Moscato e dello spumante del parco del Cilento
Fabio Riccio –
Interessato da più di venticinque anni al modo del cibo, crapulone & buongustaio seriale.
Dal lontano 1998 autore della guida dei ristoranti d’Italia de l’Espresso, Scrive sulla rivista il Cuoco organo ufficiale della FIC, ha scritto sulla guidade le Tavole della Birra de l’Epresso, Su Cucina a Sud, sulla guida Osterie d’Italia Slow Sood, su Diario della settimana e L’Espresso, e quando capita scrive di cibo un po’ ovunque gli gusta.
Infine è ideatore e autore di www.gastrodelirio.it – basta questo?
grazie