Di Stefano Capone,
Le triglie hanno un caratteraccio. Sono scorbutiche e lunatiche. bianco di cesare
Possono essere gentili o arroganti.
Non puoi saperlo. Bianco di Cesare.
Il loro sapore è un po’ come la mano di Mario Brega che “…po esse fero o po esse piuma…”.
E così la triglia. Bianco di cesare
Può essere delicatissima e sottile se ti capita tra le mani una rossa triglia di scoglio o grassa e dalle carni forti se le squame sono quelle di una chiara triglia di fango.
Qualche sera fa, di ritorno dal lavoro, avevo due precisi, imprescindibili desideri.
Ascoltare Francesco Guccini e preparare le mie triglie conquistate duramente in pescheria all’alba.
Trafitto così dalle grandi malinconie che solo il guru di Pavana sa insinuarci nell’animo senza appello e emotivamente coinvolto nell’atto di squamare le adorate triglie, in una contemporaneità di gesti solo apparentemente distanti, un terzo pensiero mi attanagliava…
Quale vino per affrontare questa situazione? Bianco di cesare
Quale bottiglia potrà mai domare l’umore incostante dei rossi pinnuti e contemporaneamente rassicurare il mio animo musicalmente infilzato da San Sebastiano dei fornelli?
Ci vuole un vino dritto, incoercibile ma sensibile.
È giunto il momento di una bottiglia che prendevo e rimettevo in cantina in attesa dell’occasione giusta per metterla alla prova.
E l’occasione è arrivata.
Il Bianco di Cesare 2016, Grechetto, Cantina Tiberi, Montepetriolo (PG) .
1000 bottiglie prodotte.
L’azienda Tiberi già di per sé mi rassicura…
Viticoltura di collina, pratiche di vigna e cantina pulitissime.
La luna che scandisce i tempi.
Limitatissimo, anzi quasi sempre nullo, uso di solforosa.
Fermentazioni spontanee, nessun controllo della temperatura, nessuna filtrazione, chiarifica o stabilizzazione.
Cosa chiedere di più? Bianco di cesare
Le triglie possono iniziare a tremare.
La bottiglia è austera e rustica.
La apro con grande curiosità. Bianco di Cesare.
Il grechetto mi ha sempre molto intrigato e il vino di Tiberi mi solletica non poco.
Prodotto da uve raccolte a mano, pigiate e lasciate macerare sulle bucce per due giorni in un vecchio tino di legno aperto per poi fermentare liberamente in una botte di rovere di ennesimo passaggio.
Il colore è bello.
La breve ma intensa macerazione ha lasciato il segno in un bel paglierino carico tendente al dorato lucente con luminosi riflessi verdi.
Verde come i sentori che per primi raggiungono il naso appena verso il vino nel calice.
L’erba fresca calpestata è la prima nota ad affacciarsi dal bicchiere.
Seguita a ruota da lievi ricordi agrumati come di buccia di limone appena grattata e da un romanticissimo profumo vinoso che mi entusiasma ma che, sono sicuro, spaventerebbe gli animi spenti.
Il vino mostra subito personalità ma ha comunque bisogno di un po’ di legittimo respiro.
Il calice mette in luce un corpo allegro, fluido e in bocca ne ho la conferma.
Un senso di bella rusticità si intreccia con una leggerezza di spessore e sapori.
Nessuna pesantezza al gusto.
L’alcol, 12.5%, è perfetto. Bianco di Cesare.
É sciolto il Bianco di Cesare di Tiberi.
Una acidità fine e un finale piuttosto lungo tendente all’amaro, anzi proprio di mandorla amara fresca, ne attestano la estrema bevibilità. bianco di cesare
Il vinile intanto gira, la puntina balla e il maestrone continua a trafiggermi ricordandomi che tante volte voliamo… “ come vola il tacchino”.
Presto. Bisogna fare presto.
Sul fuoco, intanto, l’origano, pomodorini e le olive guerreggiano con le triglie mentre il Bianco di Cesare già da solo mi solleva.
È bastato qualche minuto a questo bel grechetto perugino per aprirsi ai profumi delle colline umbre.
La trama aromatica si arricchisce di fiori campestri e di pera croccante e al gusto la componente acida lieve diventa più complessa richiamando la pesca non ancora matura.
Dandogli ancora più tempo un inaspettato sospiro di pepe bianco viene fuori dal calice.
Insomma, il Bianco di Cesare 2016 si è rivelato un gran bel vino.
Semplice, bevibile ma completo e giustamente complesso.
Ne sanno qualcosa le triglie affiancate amabilmente dal grechetto di Tiberi che è riuscito nel difficile compito di esaltarle o ammansirle nei momenti giusti.
Il disco intanto gira, la puntina balla ma nel calice il Bianco di Cesare per fortuna ancora c’è e così la musica del maestrone adesso mi trafigge un po’ di meno e mi consola un po’ di più.
Tiberi Vini Artigianali
Località Monte Petriolo
06132 – Montepetriolo (PG)
Tel. 347 1443329 – 340 4199734
https://www.tiberiviniartigianali.com/
info@tiberiviniartigianali.com
Bianco di Cesare.
Stefano Capone
Ottimo, e veramente ammaliante, anche se la seconda bottiglia aperta, ha messo in evidenza un po troppo di spunto, ma dopo 10 minuti era uguale all’altra…