Di Fabio Riccio,
Quando si è in procinto di cambiar casa si fa cernita e pulizia di quel che occorrerà nella nuova residenza.
Così, non solo oggetti, ma anche tante carte dimenticate, magari nel fondo di un cassetto.
Foto, lettere, bollette, pagelle, appunti, multe, ricette mediche, cartoline, partecipazioni, biglietti di treni, aerei e bus, inviti.
Ricordi di viaggi, di burocrazia, avventure, passioni, amori…
Capitoli del vissuto di ogni persona.
Così, spersa tra le tante carte rinvenute, ho scoperto di avere una interessante collezione di ricevute fiscali di ristoranti e pizzerie a partire dagli anni ‘80 in poi.
Una in particolare ha attratto la mia attenzione, una delle più “vecchie”, eccola.
Una cena familiare che scavando nei nei meandri della memoria, rammento in dettaglio.
Napoli, 12 Settembre 1980 – Da Tullio – al tempo ristorante pizzeria non lontano dal porto e da Piazza Municipio.
Ora, nelle stesse mura mi sembra che c’è un ristorante cinese ma, se le notizie che ho sono corrette, Tullio dal 1988 ha chiuso, perché coinvolto e distrutto in uno scellerato attentato (vero e proprio colpo di coda degli “anni di piombo”) da parte della Armata Rossa Giapponese (si: non è uno scherzo…) a un circolo ricreativo per soldati USA a pochi passi dal ristorante – vedi – https://it.wikipedia.org/wiki/Attentato_di_Napoli .
Ma non di questo voglio narrarvi, ma di come questa “antica” ricevuta fiscale racconta quanto costava mangiare una pizza negli anni 80, cioè, e forse soprendentemente… più o meno (a parità di scelta e condizioni) quanto costa oggi.
Partiamo dal fondo, cioè il totale.
Lo ricordo: siamo nella settembrina Napoli che di lì a poco affronterà il dramma del terremoto del 23 novembre 1980.
Le cifre sono rivalutate a maggio 2020 secondo calcoli ISTAT (http://rivaluta.istat.it:8080/Rivaluta/ )
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1.600 lire = 4,32 € – 4 “coperti”
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6.000 lire = 16,20 € – 5 Birre “estere”
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600 lire = 1,62 € – 1 acqua
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8.000 lire = 21.60 € – 4 antipasti
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4.000 lire = 10,80 € – 4 pizze
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1.500 lire = 4,05 € – 3 frutta
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2.300 lire = 6,21 € – “servizio”
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24.000 lire = 64,81 € – Totale
Quasi 65 euro per 4 persone, alias 16 euro a testa.
Però, gli “antipasti”, se ben ricordo un po’ di giardiniera e l’inevitabile prosciutto e melone che in quegli anni furoreggiavano, 5,4 euro ciascuno.
Forse, loro sono un po’ cari…
Le “birre estere” (magnifica la desueta dicitura!) credo delle Leffe da 0,33 cl. circa 3,25 euro ciascuna, forse qualcosa di meno rispetto al 2020.
Però… grande scoperta: la frutta al tempo costava di più, 4,05 euro per tre mele!
Invece, l’acqua minerale in bottiglia di un noto “brand” lombardo, solo 1,62 euro: più conveniente che nel 2020!
Ma il diavolo si insinua nei particolari, perché le pizze dell’epoca, per la cronaca quattro buone margherite servite al tavolo, rivalutate costavano circa 2,70 euro ognuna.
Prezzo più basso della media 2020 nel centro di Napoli, per non dire fuori del capoluogo campano…
Lo so, obietterà qualcuno, ancora c’è chi democraticamente a Napoli sforna belle margherite a 3,50 euro.
E… per fortuna!
Però, c’è anche da dire che al tempo, pizze, pizzerie & pizzaioli non godevano del medesimo status sociale del giorno d’oggi.
Le pizze “gourment” o di “territorio” erano concetti ancora da postulare.
“Giusto per”… nel 1980 Enzo Coccia era appena maggiorenne, e non ancora aveva ancora acceso la miccia della sua rivoluzione, mentre Gino Sorbillo, solo sei anni, ma vista la famiglia, già con “le mani tra la pasta!”
Però, quel che più balza all’occhio, sono servizio e coperto.
Insieme, 10,53 euro.
Troppo per due balzelli che ancora nel 2020 resistono, almeno in certi locali.
Però, al tempo erano la assoluta normalità.
Argomento questo, che abbiamo già affrontato (su questo sito) – vedi – https://www.gastrodelirio.it/fabio-riccio/il-coperto-balzello-anacronistico/2015/01/
Così, tirando le somme, e salvo la difforme ripartizione dei ricarichi, e il minor costo unitario delle pizze (a fronte però di una qualità generale che oggi non sarebbe accettata), i costi di una serata di pizza + bevande + accessori nel 1980 (rivalutati) sono simili a quella di una del 2020.
Sorpresi?
Poi, oggi come nel 1980, indipendentemente dall’aumentata offerta di locali, e dalla avvenuta crescita del reddito e della sua distribuzione, cose che hanno ampliato di molto la platea di chi può concedersi una serata in pizzeria, dipende sempre da dove si va, e dalla qualità che si vuole.
Oggi come allora.
Quanto costava mangiare una pizza negli anni 80
Fabio Riccio –
Interessato da più di venticinque anni al modo del cibo, crapulone & buongustaio seriale.
Dal lontano 1998 autore della guida dei ristoranti d’Italia de l’Espresso, Scrive sulla rivista il Cuoco organo ufficiale della FIC, ha scritto sulla guidade le Tavole della Birra de l’Epresso, Su Cucina a Sud, sulla guida Osterie d’Italia Slow Sood, su Diario della settimana e L’Espresso, e quando capita scrive di cibo un po’ ovunque gli gusta.
Infine è ideatore e autore di www.gastrodelirio.it – basta questo?